Il futuro di Roiano è un lavoro di squadra #3

Giovedì 5 marzo e sabato 14 marzo le/i partecipanti di Il futuro di Roiano è un lavoro di squadra hanno lavorato insieme, prima offline e poi online, per definire nel dettaglio gli strumenti che TS4 trieste secolo quarto propone per migliorare la qualità della vita del rione di Roiano. Gli strumenti rispondono ai tre problemi principali individuati nelle sedute precedenti: le relazioni sociali e la partecipazione alla vita del rione; l’abbandono e il degrado degli spazi; la mobilità e il traffico. Di seguito sono presentati gli strumenti individuati dalle/dai partecipanti. Per ogni strumento è indicato un titolo, la propedeuticità o la complementarietà ad altri strumenti, una breve descrizione, un elenco degli attori da coinvolgere a vario titolo, un elenco di luoghi dove lo strumento potrebbe attuarsi. I risultati del percorso di progettazione saranno presentati pubblicamente nel corso di una seduta fisica che sarà programmata appena possibile. Nel frattempo sabato 21 marzo, alle ore 15, si terrà un’altra riunione online per definire nel dettaglio i prossimi passi di TS4 a Roiano. Per ulteriori info: info@triestesecoloquarto.eu, o via messaggio alla pagina facebook di TS4.
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strumenti Roiano

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Tavolo 1: Relazioni sociali e partecipazione

Propedeutico a strumenti 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 1.6, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.5, 2.6, 2.7, 2.9, 2.10

Costruire una forma di coordinamento stabile tra le realtà attive nel rione a vario livello (culturale, sportivo, interesse su singoli temi etc.) al fine di condividere bisogni, risorse, aspettative legate all’ambito di azione del rione e di costruire future attività in maniera coordinata. Dopo aver realizzato una ricognizione delle associazioni e dei gruppi presenti nel rione, TS4 si farà promotore di un primo incontro aperto. In seguito, tale coordinamento dovrebbe avere una struttura leggera, così da consentire a tutte/i le/gli interessate/i di partecipare e contribuire al suo sviluppo

Attori
Associazioni culturali, associazioni sportive, comitati

Luoghi

Propedeutico a strumenti 1.3, 1.4, 1.5, 1.6; complementare allo strumento 2.3

Mappatura degli spazi di aggregazione , culturali e sportivi esistenti, nonché degli orari nei quali tali spazi sono inutilizzati e quindi potenzialmente disponibili ad ulteriori usi. Un esempio è stato riscontrato nel Ricreatorio, la cui apertura potrebbe essere estesa negli orari serali per ulteriori attività (mentre alla mattina viene già utilizzato da associazioni esterne). La mappatura può essere propedeutica a forme di coordinamento per l’utilizzo di tali spazi.

Attori
Rete delle associazioni, Comune

Luoghi
Ricreatorio Brunner, tra gli altri

Si propone di aprire un’interlocuzione con Coop Alleanza 3.0, proprietaria dello spazio di Largo a Roiano che ospitava un tempo il Centro Civico del Comune, al fine di rendere l’immobile disponibile per attività a valenza sociale a favore del territorio.

Attori
Rete delle associazioni, Consiglio di Zona di Coop Alleanza 3.0

Luoghi
ex centro civico di Largo a Roiano

Utilizzo di bacheche informative per divulgare informazioni sulle attività delle associazioni e dei gruppi facenti parte della rete delle associazioni, nonché notizie importanti per il rione. La cura dei contenuti potrebbe essere responsabilità della rete di associazioni (strumento 1.1) in qualità di Public Information Office. I contenuti delle bacheche saranno adeguatamente replicati online. Nella lega dello SPI si potrebbe installare una bacheca video.

Attori
Rete delle associazioni, Sindacato Pensionati Italiani (SPI), Zeno, Comune

Luoghi
sede SPI, circolo Zeno, bacheca fronte Stock, sottopasso pedonale (ponte di Roiano)

Come prima azione di riappropriazione degli spazi pubblici e semi-pubblici del rione, un cineforum itinerante durante il periodo estivo tocca piazze, aree verdi e corti degli edifici di Roiano. Al fine di affrontare adeguatamente le complessità burocratiche di tale operazione ci si appoggia a realtà con esperienze pregresse nel campo. Anche il calendario viene definito in base alla disponibilità dei soggetti partner.

Attori
Rete delle associazioni, condomini, Cinema Ambulante, Knulp, Casa del Cinema, Cappella Underground

Luoghi
piazze, aree verdi e corti di Roiano (es. Case dei ferrovieri, ex IACP Via Giusti, Via dei Giacinti, Via dei Moreri), Ricreatorio Brunner

Complementare allo strumento 2.6

L’individuazione di nuove aree del rione nelle quali installare orti urbani, anche con casse fuori terra e piccole serre, potrebbe generare nuovi spazi di aggregazione e di autoproduzione cooperativa per i residenti del rione. Queste nuove aree potrebbero connettersi con l’esperienza già avviata dell’orto urbano di Vicolo delle Rose 44.

Attori
Rete delle associazioni, associazione vicolo delle Rose 44, residenti. Rete Ferroviaria Italiana

Luoghi
sia nella parte bassa che nella parte alta del rione
area verde di Via Moreri

Tavolo 2: Abbandono e degrado degli spazi urbani

Propedeutico a strumenti 2.2, 2.3, 2.4, 2.5, 2.6, 2.7, 2.8, 2.9, 2.10

Una campagna di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e delle istituzioni al fine di migliorare la qualità degli spazi aperti e dello spazio costruito del rione viene avviata, coinvolgendo le associazioni, gli alunni delle scuole, la Circoscrizione, i residenti, i commercianti. La campagna si struttura online e offline con azioni comunicative, flash mob, riappropriazione degli spazi, … Al fine di sostenere la campagna vengono anche prodotti dei gadget (ad esempio posacenere portatili).

Attori
Rete delle associazioni, scuole del rione, comitato dei genitori, studenti, sponsor

Luoghi
intero rione

Complementare a strumento 1.6, propedeutico a strumenti 1.8, 2.6

Attraverso il coinvolgimento del comitato dei genitori, gli studenti delle scuole del comprensorio roianese realizzano un intervento di pulizia dell’area verde antistante la scuola. L’attività, oltre alla sistemazione dell’aiuola, mira a sensibilizzare gli studenti alla cura e al rispetto degli spazi comuni. In parallelo, sempre insieme agli studenti, verrà ideata una campagna di sensibilizzazione rivolta agli abitanti del rione, con l’amplificazione degli interventi realizzati offline anche sui social. La campagna potrà dunque avere, come follow up, la presa in carico di altre aree verdi del rione, o anche del muro perimetrale dell’ex Caserma fintanto che non sarà abbattuto.

Attori
Rete delle associazioni, Scuole del rione (italiane e slovene), Glasbena Matica, comitato dei genitori, studenti, sponsor, Esatto spa (per la fornitura di gadget), Circoscrizione

Luoghi
(a partire da) Largo Petazzi

Propedeutico a strumenti 2.6, 2.9, 2.10, complementare a strumento 1.2

Vengono mappati tutti gli spazi pubblici e privati attualmente in disuso all’interno del rione. L’obiettivo è di predisporre una specie di data base informativo per sviluppare in seguito una strategia incentrata sul riuso degli spazi pubblici per promuovere senso di comunità e opportunità di sviluppo per il territorio. La mappatura punta a includere anche spazi e servizi già esistenti nel rione al fine di rendere più conosciute realtà già avviate e connetterle con nuove opportunità di sviluppo per il rione.

La mappatura si appoggerà anche a modalità di gamification, ovvero di ingaggio delle persone attraverso attività divertenti e coinvolgenti (ad esempio la caccia al tesoro degli spazi abbandonati e/o inutilizzati).

Attori
Rete delle associazioni, …

Luoghi
intero rione

L’iniziativa è lanciata dalla circoscrizione comunale in collaborazione con le associazioni nel rione per migliorare in modo naturale e semplice Roiano attraverso il decoro floreale di balconi, davanzali e terrazzi. Viene organizzato un concorso  il cui scopo è rafforzare la sensibilità e la cultura ambientale e migliorare il decoro e la qualità della vita nel centro urbano. Gli sponsor, che forniscono i premi, potrebbero essere attività commerciali locali e/o attività specializzate in floricultura.

Attori
Rete delle associazioni, Circoscrizione, Sponsor

Luoghi
intero rione

Propedeutico a strumento 2.10

Nel corso di un’iniziativa pubblica vengono realizzati una serie di ritratti espressi della popolazione di Roiano (passanti, commercianti, …) che sono immediatamente esposti pubblicamente; in parallelo, su Instagram si raccolgono autoritratti di abitanti del rione nei loro spazi preferiti di Roiano. Le foto così raccolte vengono in seguito nuovamente esposte in alcuni spazi/luoghi significativi del rione al fine di sensibilizzare la popolazione alla riappropriazione degli spazi pubblici. 

Attori
Rete delle associazioni, Circolo Fotografico Triestino

Luoghi
intero rione (spazi pubblici, negozi etc.)

Complementare allo strumento 1.6

Intervento di sistemazione dell’area verde di proprietà delle Ferrovie dello Stato situata in Via Moreri. Parte dell’area potrebbe essere destinata alla progettazione e all’allestimento di un orto urbano per la popolazione. Resta tuttavia da verificare l’attuale sussistenza del progetto di prolungamento delle linee 5 e 8 fino a quel punto di Via Moreri e l’eventuale presenza di agenti inquinanti nel terreno.

Attori
Rete delle associazioni, Associazione Vicolo delle Rose 44, RFI, …

Luoghi
Via dei Moreri

Lo scopo dell’intervento è di incrementare la sensibilità ed il rispetto per l’ambiente e il decoro urbano e di porre sotto i riflettori la mancanza di un arredo urbano funzionale in alcune zone del rione (fermate del bus, via Querce). Si tratta di collocare nei punti individuati un cestino e una pianticella (con una targhetta informativa del tipo: “Ciao, sono il cestino che è stato collocato qui da X perché prima non c’era niente”) al fine di promuovere la cura dello spazio comune e di stimolare, in seguito alla condivisione dell’iniziativa tramite i social, l’azione dell’ente per la cura e il decoro dello spazio pubblico in modo che fornisca un arredo urbano adeguato e funzionale alle esigenze degli abitanti. Tali piccole azioni potrebbero stimolare, in seguito, una riflessione più ampia sulla qualità dell’arredamento urbano nel rione che coinvolga anche altri spazi e altre strutture.

Attori
Rete delle associazioni, Esatto Spa, Comune

Luoghi
Fermate dell’autobus, Via delle Querce

Propedeutico a strumento 1.4

I sottopassi pedonali sono soggetti a un intervento di pulizia e vengono installate nuove illuminazioni per renderli più attrattivi e fruibili.

Attori
Acegas, …

Luoghi
Sottopasso pedonale (ponte di Roiano)

Sulla falsa riga dell’intervento realizzato da Trieste Altruista nel giardino di via Orlandini a Ponziana, viene replicato un intervento di sistemazione e pulizia del giardinetto di viale Miramare. Una volta completato l’intervento, l’area potrà ospitare eventi ed esposizioni.

Attori
Rete delle associazioni, Volontari, Trieste Altruista, …

Luoghi
Giardino Ieralla (Viale Miramare)

Attraverso un accordo tra le associazioni e l’amministrazione condominiale dell’ex Stock alcuni spazi aperti della struttura vengono presi in cura e si insedia una piccola fiera rionale periodica, sul modello di Barbacan Produce, che ospita piccoli produttori, artigiani e altre realtà in un evento espositivo che valorizza l’area stessa con presenze di qualità, attrae nuovi visitatori e recupera la struttura come vero e proprio spazio pubblico, sebbene di proprietà privata. L’esposizione ospita anche documentazione storica relativa al passato industriale di Roiano, nonché i risultati del concorso fotografico Humans of Roian.

Attori
Rete delle associazioni, Barbacan Produce, piccoli produttori, amministrazione condominiale ex Stock, Istituto Livio Saranz

Luoghi
ex Stock

Tavolo 3: Mobilità e traffico

Propedeutico a strumenti 3.2, 3.3, 3.6, 3.7, 3.8, 3.9, 3.10

Definire un’analisi dei flussi che determini matrici di origine/destinazione, motivazioni e forme di trasporto utilizzate per recarsi o attraversare il rione. Tale analisi è propedeutica allo sviluppo di diversi degli strumenti successivi

Attori
Comune, Università, Trieste Trasporti

Luoghi
rione e suoi dintorni

Propedeutico a strumenti 3.3, 3.10

Al fine di favorire l’accompagnamento dei figli a scuola a piedi o la loro autonoma circolazione nei pressi delle scuole stesse si prevede il miglioramento degli attraversamenti pedonali e dell’arredo urbano in tali aree, nonché l’istituzione di una Zona 30 attraverso un processo di progettazione partecipata dei percorsi sicuri. Questa azione potrebbe essere estesa ad altre strutture.

Attori
Comune, Istituto Comprensivo, FIAB

Luoghi
scuole del comprensorio

Propedeutico a strumento 3.10

Definire forme di trasporto alternative degli alunni delle scuole dell’Istituto Comprensivo di Roiano-Gretta, sia con mezzi a motore (scuolabus) sia tramite l’autorganizzazione dei genitori per l’accompagnamento a piedi (pedibus), il tutto anche in base all’analisi dei flussi di cui sopra.

Attori
Comune, Istituto comprensivo, comitati dei genitori

Luoghi
da tutto il rione verso le scuole

Propedeutico a strumenti 3.7, 3.10

Connettere in maniera più diretta l’area dell’Altopiano e i dintorni di Opicina con il rione (sede di diversi servizi a scala sovra-rionale) attraverso un prolungamento dalla SISSA a Piazzale Monte Re. La richiesta è già stata avanzata da un comitato di Opicina con la raccolta di diverse centinaia di firme. Al fine di non gravare su altre tratte la richiesta di prolungamento deve trovare riscontro nell’utilizzo di parte dell’aumento di kilometraggio previsto dal nuovo contratto di servizio tra Regione e l’operatore del servizio di TPL.

Attori
Regione FVG, Trieste Trasporti, Consorzio “Insieme a Opicina”, Circoscrizioni (II-III)

Luoghi
linea 38 fino a Piazzale Monte Re

Propedeutico a strumento 3.10

Messa in sicurezza e ridisegno della pista ciclabile di Viale Miramare al fine di renderla più attrattiva e percorribile per i suoi potenziali utenti, anche nell’ottica di un futuro collegamento ciclopedonale diretto con il Porto Vecchio. In futuro, con un calo del traffico, le direttrici di Via Udine-Viale Miramare potrebbero essere gestite in maniera diversa, dando più spazio al trasporto pubblico e ciclopedonale e liberando Via Udine da rumore, congestione e inquinamento.

Attori
Comune, FIAB

Luoghi
pista ciclabile di Viale Miramare

Propedeutico a strumento 3.10

Estensione del servizio di bike sharing a Roiano con l’aggiunta di una nuova stazione nel rione; attualmente l’ipotesi è di Largo a Roiano, lungo la direttrice di Viale Miramare. Nel corso della seduta si è valutata anche l’ipotesi di Largo Petazzi, più centrale per il rione e in grado di attrarre nuovi utenti per il tessuto commerciale del rione; in tal caso Via Stock andrebbe dotata di una pista ciclabile adeguata. Inoltre si ritiene necessaria anche l’installazione di stalli per bici di proprietà. 

Attori
Bits, Comune, FIAB

Luoghi
Largo a Roiano o Largo Petazzi

Propedeutico a strumento 3.10

Al fine di aumentare le potenzialità della rete del bike sharing si istituisce una tariffazione integrata tra il trasporto pubblico e il bike sharing. Questa opzione potrebbe essere particolarmente funzionale per gli utenti dell’Altipiano, che potrebbero raggiungere Roiano in bus e poi cambiare mezzo di trasporto. Lo strumento ha una scala sovrarionale data la natura del servizio di trasporto pubblico.

Attori
Bits, Comune, FIAB, Trieste Trasporti

Luoghi
intera città

Propedeutico a strumento 3.10

Riutilizzo dell’ex galleria antiaerea da Piazza tra i Rivi a Via Tibullo con l’installazione di una cabina su binari che colleghi il rione con una delle aree centrali della città, a pochi passi da Piazza Oberdan e da diversi servizi. Il servizio può essere finanziato attraverso il bando nazionale del MIT dedicato ai trasporti su rotaia. La galleria potrebbe ospitare anche un percorso ciclopedonale adeguatamente illuminato e protetto.

Attori
Comune, Trieste Trasporti, Ministero dei Trasporti

Luoghi
ex galleria antiaerea

Propedeutico a strumento 3.10

Potenziamento dell’utilizzo delle infrastrutture ferroviarie esistenti a livello cittadino e non solo con l’avvio di un servizio metropolitano (ipotesi già esplorata dal progetto Adria-A), finanziato attraverso il bando nazionale del MIT dedicato ai trasporti su rotaia. Utilizzando la galleria di circonvallazione ferroviaria potrebbe essere prevista una stazione all’altezza di Via Moreri bassa

Attori
RFI, Comune, Trieste Trasporti, Ministero dei Trasporti,  …

Luoghi
Via dei Moreri bassa

Regolazione dei parcheggi al centro del rione (vie centrali e futuro parcheggio sotterraneo) con aumento della rotazione per i non residenti (con l’uso di parchimetro o tariffario) e con posti riservati per utenti specifici (ad esempio i genitori degli iscritti all’asilo nido)

Attori
Comune, Esatto

Luoghi
Area centrale del rione
Futuro parcheggio sotterraneo dell’ex Caserma

Proseguiamo a distanza il lavoro per migliorare Roiano!

Nella terza seduta le/i partecipanti hanno definito un elenco di strumenti derivanti dall’elaborazione delle precedenti sedute.

Per ogni strumento sono stati individuati attori da coinvolgere, propedeuticità ad altri strumenti, luoghi sui quali intervenire. Al fine di completare il lavoro, gli strumenti sono stati aggregati in questo google doc.

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Il futuro di Roiano è un lavoro di squadra #2

Giovedì 20 febbraio, in vicolo delle Rose 1 (piano terra), si è tenuta la seconda seduta di Il futuro di Roiano è un lavoro di squadra! Sono state svolte le seguenti attività:

– revisione degli alberi dei problemi definiti nella prima seduta, con approfondimento sull’articolazione di cause, problemi ed effetti;

– costruzione dell’albero degli obiettivi (mezzi, obiettivi, fini) “ribaltando” gli alberi dei problemi definiti in precedenza.

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Il futuro di Roiano è un lavoro di squadra #1

Martedì 11 febbraio, presso Stock a Party – che ringraziamo ancora per l’ospitalità -, si è tenuta la prima seduta di Il futuro di Roiano è un lavoro di squadra! La quarantina di persone che hanno partecipato alla serata hanno contribuito alle seguenti attività:

– definizione dei “confini” del rione

– definizione dei punti di forza e di debolezza del rione, anche a seguito della presentazione di alcuni dati salienti tratti dal sondaggio promosso nelle scorse settimane

– approfondimento sui problemi emersi con l’utilizzo della tecnica dell’albero dei problemi

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IN MOVIMENTO VERSO IL QUARTO SECOLO: COSÌ STIAMO RIPENSANDO LA CITTÀ

di Riccardo Laterza

Si è da poco conclusa la fase di progettazione partecipata di TS4 trieste secolo quarto, che costituisce il momento centrale del progetto con il quale abbiamo deciso di festeggiare il 300mo compleanno della nostra città. I tre regali che abbiamo confezionato collettivamente, ragionando su tre prospettive di sviluppo di Trieste nella sfera dell’economia e della produzione, della qualità della vita e degli spazi urbani, delle relazioni della città con i dintorni, saranno presentati alla città nel corso della quarta (e – per il momento – ultima) fase del progetto, a partire dall’autunno. Nel frattempo, però, vale la pena di fare il punto su quanto siamo riusciti a fare nel corso di questi mesi, ovvero nelle circa 45 ore di confronto, approfondimento, rielaborazione, in cui 33 triestine e triestini si sono cimentate/i in uno sforzo di immaginazione civica, di condivisione delle conoscenze e di progettazione cooperativa.

Riassumere gli ultimi mesi di TS4 trieste secolo quarto non è semplice, perché nonostante strumenti e metodologie utilizzate in questo tratto di percorso non abbiano nulla di particolarmente innovativo in termini assoluti, un processo del genere non ha alcun precedente per Trieste. La cosa risulta ancora più significativa a fronte del deserto di partecipazione politica di cui la città sta avendo esperienza negli ultimi anni. Poco più di tre anni fa, l’attuale Sindaco Roberto Dipiazza veniva eletto con il 24% dei voti degli aventi diritto; due anni dopo, alle elezioni regionali si è toccato il record del 57% di astensione. Dei 747 candidati che hanno stampato la propria faccia su santini, volantini e manifesti nella speranza di essere eletti in Consiglio Comunale tre anni fa si possono contare sulle dita di poche mani quelli che hanno continuato ad interessarsi attivamente della cosa pubblica e del futuro della nostra comunità.

Insomma, il nostro esperimento prova ad andare in controtendenza con la crescente disaffezione verso la politica, percepita come qualcosa da cui difendersi piuttosto che qualcosa cui partecipare attivamente, e con la crescente fortuna – che confidiamo sia molto fragile e destinata a schiantarsi contro la realtà dei fatti – verso i leader soli al comando e le loro retoriche violente e semplicistiche. Stiamo provando a fare politica fuori dalle concezioni, dalle logiche e dai linguaggi con i quali la politica è stata (dis)fatta negli ultimi decenni. Per questo, per raccontare quello che è stato – e quello che sarà – TS4 trieste secolo quarto potrebbe essere utile affidarsi alle parole di un ‘esterno’: un esponente non del mondo della politica, ma di quello del design.

Bruce Mau è un celebre designer della comunicazione canadese. Fondatore del Massive Change Network (Chicago) e dell’Institute Without Boundaries (Toronto), ha sempre esteso i suoi interessi al mondo dell’architettura, dell’arte e del cinema, della fotografia e del design ecosostenibile. Il suo Incomplete Manifesto for Growth, 43 tesi messe nero su bianco nel 1998 per orientare la nuova generazione di designer alla sua filosofia della/sulla creatività, è ancora oggi uno dei testi più celebri nel suo ambito. Alcune delle sue parole – qui nella traduzione in italiano a cura di Gianluigi D’Angelo – descrivono perfettamente anche il nostro percorso fino ad oggi.

 

9. Cominciate da dove vi pare. John Cage ci ha insegnato che non sapere da che parte cominciare è una forma comune di paralisi. Il suo consiglio: cominciare da dove vi pare.

Abbiamo cominciato in un assolato pomeriggio della scorsa estate. L’occasione grazie alla quale un piccolo e variegato gruppo di persone si incontrò per la prima volta al tavolo di un bar di San Giacomo era l’imminente 300mo anniversario della proclamazione del Porto Franco di Trieste. Certo, un passaggio storico importante, ma anche – soprattutto? – un pretesto per pensare alla nostra città in maniera diversa dal commento passivo all’ultima notizia di cronaca locale. Abbiamo cominciato dunque agganciandoci a un evento lontano nel tempo, come in verità spesso capita in una città come Trieste, ricca di storia e disperatamente in cerca di futuro. Il punto è che abbiamo provato a non fermarci lì. Potevamo iniziare da dove ci pareva, seguendo le parole di Mau: abbiamo scelto di iniziare da una dimensione locale, la più accessibile date le nostre (poche) risorse; ma anche la migliore per mettere a confronto le grandi crisi e le grandi opportunità globali con le nostre esperienze quotidiane, per iniziare a trasformare la realtà nella quale viviamo senza perdere di vista il quadro più complessivo.

 

42. Ricordate. La crescita è possibile solo come prodotto di una storia. Senza memoria, l’innovazione è semplicemente una trovata alla moda. La storia dà alla crescita una direzione. Ma la memoria non è mai perfetta. Ogni tipo di ricordo è un’immagine sfuocata o frammentaria di un momento o di un avvenimento. Questo è ciò che la rende identificabile come passato, in contrapposizione al presente. Vuol dire che ogni ricordo è nuovo, una ricostruzione parziale, diversa dall’originale e, come tale, un ingrediente della crescita.

La storia della nostra città può essere, a nostro parere, il miglior carburante per stimolare ragionamenti e azioni posizionate nel presente e orientate al futuro. Molto spesso a Trieste la memoria è esclusivamente nostalgia; altrettanto di frequente, la memoria privata è inevitabilmente contrapposta alla memoria altrui in una prosecuzione dei conflitti del passato con altri mezzi. Genera incomunicabilità, più che connessioni. Rimescolare identità consolidate (e consolatorie) e far cambiare prospettiva a una città che troppo spesso volge il suo sguardo esclusivamente all’indietro – che è poi la direzione che indica gran parte della classe politica – era ed è un obiettivo per noi prioritario.  

 

19. Lavorate sulle metafore. Qualsiasi oggetto ha la capacità di rappresentare qualche cosa d’altro rispetto a quello che appare. Lavorate su quello che esso rappresenta.

TS4 trieste secolo quarto, all’inizio, rischiava di evolvere in un progetto piuttosto banale. A salvarci dal replicare l’ennesimo ciclo di conferenze sono intervenute due intuizioni provvidenziali. La prima, concepire TS4 come uno spazio di partecipazione (ci arriveremo dopo); la seconda, concepire l’anniversario come il compleanno della città, di una città tutto sommato giovane, perché tre secoli sono pochissimi e Trieste ha tutta la vita davanti. L’articolazione successiva di questa metafora ci ha portato a identificare il possibile risultato del percorso di TS4 trieste secolo quarto come una serie di regali. Ed è qui che la metafora svela la sua potenza. Non siamo gelosi delle idee che abbiamo messo a sistema, né delle proposte e delle progettualità che in futuro potranno emergere dalla prosecuzione del percorso. Le doniamo alla città perché crediamo che la condivisione sia un gesto non solo altruista, ma anche cruciale per lo sviluppo di Trieste. Chiunque potrà accedere ai nostri risultati, rimaneggiarli, discuterli, criticarli, ma soprattutto metterli in pratica. Ci sarà la possibilità di farlo dall’alto – ovvero dalle istituzioni, ammesso che chi le occupa attualmente sia veramente interessato alle sorti della città – così come dal basso. Speriamo che siano in tante e tanti a prendere in considerazione questa seconda opzione.

 

4. Amate i vostri esperimenti, come fareste con un bambino cattivo. La felicità è il motore della crescita. Sfruttate la libertà di organizzare il vostro lavoro come una serie di esperimenti, ripetizioni, tentativi, prove ed errori, tutti altrettanto belli. Vedete le cose alla lunga distanza e permettetevi di sorridere sulle sconfitte quotidiane.

È una speranza che magari sarà frustrata nella realtà. Ma anche questo farebbe parte del gioco. Di un esperimento cioè che agisce, come già anticipato in premessa, nella tabula rasa di una politica locale incapace di rispondere alle aspettative di un numero crescente di persone. Su quel piano non c’è veramente nulla da perdere. Mentre c’è tutto da guadagnare dall’altissimo numero di organizzazioni, associazioni, comitati, gruppi, singoli, che nella loro azione quotidiana in città, nei rioni, nelle scuole e all’Università, nei luoghi di lavoro, negli enti culturali e scientifici, esprime un impegno sociale che è, molto spesso, politico, se fare politica significa trovare soluzioni collettive a problemi collettivi.

 

3. Il percorso è più importante del risultato. Quando è il risultato a pilotare il processo, arriveremo soltanto dove sono già arrivati gli altri. Se è il processo a guidare il risultato potremmo non sapere dove stiamo andando ma saremo sicuri del fatto di volerci andare.

Tornando alla prima intuizione che ha mosso i primi ingranaggi di TS4 trieste secolo quarto: abbiamo pensato che fosse giunta l’ora di considerare la partecipazione come un fine e non semplicemente come un mezzo. Si tratta di un passaggio non scontato e forse contraddittorio. Non abbiamo uno sguardo naïve, che concepisce le soluzioni ‘partecipate’ come intrinsecamente migliori di quelle individuate in altro modo. Il punto però è che i processi partecipati aiutano a fare una cosa che la politica tradizionale non riesce più a fare: costruire legami, diffondere conoscenza, generare fiducia negli altri e, dunque, nell’utilità/efficacia dell’azione collettiva che insieme ad altri si può portare avanti. La partecipazione dovrebbe essere una premessa scontata, ma diventa un obiettivo in un contesto in cui alcuni fanno politica dall’alto sulla pelle e sulle vite delle persone, mentre altri pensano sia sufficiente, una volta al governo, prendere provvedimenti ‘per’ le persone e non ‘con’ le persone, distaccandosi progressivamente dalle vite quotidiane di quelle stesse persone che ambiscono a rappresentare.

 

22. Createvi gli strumenti di lavoro. Combinate i vostri strumenti per realizzare dei ‘pezzi unici’. Anche gli strumenti più semplici di cui siete in possesso possono aprirvi nuove strade inesplorate. Ricordate che gli strumenti amplificano le nostre potenzialità, per cui, anche piccoli strumenti possono determinare grandi differenze.

Abbiamo così iniziato a definire, a partire da conoscenze ed esperienze pregresse e procedendo per ipotesi e tentativi, un metodo, basato su quattro aspetti principali: una raccolta dati che fungesse essa stessa da spazio interattivo e di partecipazione; momenti di animazione sociale e culturale, come il compleanno di Trieste, che facessero emergere la forza delle metafore sopra citate; la metodologia dei tre orizzonti, che prevede la formulazione di scenari e l’individuazione di strumenti e attori necessari per transitare dallo status quo allo scenario ottimista; la collocazione nello spazio e nel tempo di tali strumenti. Si tratta, in larghissima parte, di metodologie consolidate che abbiamo riadattato per l’occasione seguendo i nostri bisogni ma anche le nostre (scarse) risorse, nonché la scelta di concentrare il percorso in un lasso di tempo relativamente breve. Ma si tratta anche di un processo modulare, che potrà essere replicato in varie occasioni e seguendo vari filoni tematici in futuro (è proprio quello che vogliamo fare).

 

40. Evitate le specializzazioni. Scavalcate le staccionate. I confini tra diverse categorie e le regole imposte da ordini o associazioni professionali sono tentativi di controllare lo sviluppo caotico della creatività. Spesso, sono sforzi comprensibili, finalizzati a mettere ordine in quello che è un insieme variegato e complesso, in continua evoluzione. Il nostro compito consiste nello scavalcare questi steccati per tagliare in mezzo ai campi.
16. Collaborate. Lo spazio tra persone che lavorano insieme è pieno di attriti, controversie, lotte, euforia, gioia e di un immenso potenziale creativo.
10. Ognuno è un leader. La crescita si verifica e, quando ciò accade, dovete permetterle di svilupparsi. Imparate a seguire, quando è ragionevole. Lasciate che tutti possano avere l’opportunità di fare da guida.

In questi tre estratti si condensa una buona rappresentazione dello spazio progettuale che si è creato a seguito della definizione dei tre gruppi di lavoro (su economie, spazi, relazioni) per i quali 56 persone avevano fatto domanda di partecipazione. La scrematura è stata effettuata, di fatto, in base all’effettiva possibilità da parte di queste persone a partecipare alle sedute di progettazione, tra impegni lavorativi e familiari. Anche questo aspetto, apparentemente secondario, solleva una questione non da poco: e cioè che per poter fare politica serve tempo libero e freschezza mentale, due cose cui l’attuale modello di lavoro e di vita tende a non lasciare spazio. Nonostante questo ostacolo, i 33 partecipanti alla fase di progettazione hanno saputo generare una contaminazione tra diversi saperi, ambiti professionali, esperienze, discipline; uno spazio di fiducia e cooperazione, senza capi, con una facilitazione molto leggera e una vera e propria leadership collettiva del processo, che ha molto a che fare con la questione del potere. In questo caso il potere come verbo, ovvero poter immaginare – e, si spera nel futuro prossimo, poter mettere in pratica – un’altra idea di città e di società. A proposito del potere, Michela Murgia nel suo libro Futuro Interiore scrive che «c’è una paura diffusa di questa parola, come se avesse in sé una connotazione oscura, uno spirito da cerino acceso che si vorrebbe sempre far girare, mai trattenerlo, affinché si spenga in mano a qualcun altro. È invece una parola di cui farsi carico, perché un pezzo di potere ce l’abbiamo in dote tutti».

 

41. Ridete. La gente che viene a trovarci in studio, spesso, ha da dire su quanto si ride qui dentro. Mi sono abituato a queste osservazioni e le prendo come un indicatore di quanto siamo a nostro agio nell’esprimere noi stessi.

Per chi è arrivato fin qua, è il momento di alleggerire la lettura. Se guardate le foto di alcune delle nostre sedute, vedrete un sacco di sorrisi, e anche diverse risate. Vi assicuriamo che abbiamo parlato (anche) di cose serissime, e non sempre con uno sguardo ottimista sulla realtà. Tuttavia, il metodo sviluppato in questi mesi ha svelato un’altra piacevole sorpresa: che la politica può – deve? – essere una cosa che diverte, in generale che mobilita non solo le intelligenze e la razionalità ma anche le emozioni – possibilmente quelle positive, non solo la rabbia e assolutamente senza generare ulteriore rassegnazione, in giro ce n’è già a sufficienza –. Molti di noi ridevano forse per qualche battuta o gaffe; siamo convinti che qualche sorriso sia scappato anche grazie alla consapevolezza di star facendo non solo una cosa giusta e utile, ma anche una cosa bella.

 

1. Lasciate che gli eventi vi cambino. Dovete aver voglia di crescere. La crescita non è qualche cosa che vi capita, siete voi a produrla, siete voi che la vivete e il prerequisito fondamentale per crescere è l’apertura a vivere gli avvenimenti e la volontà di farsi cambiare da essi.

Fin qua, quello che è successo. Quello che avverrà dall’autunno in poi, quando sarà disponibile anche un report che descriverà nel dettaglio i risultati raggiunti dai tre gruppi, è ancora tutto da scrivere. Pensiamo a diversi momenti di restituzione, che fungano da ulteriori luoghi di confronto con tante altre persone – la cittadinanza in generale, gli abitanti dei rioni dove avremo la possibilità di intervenire, portatori d’interesse, esperti –. Ci confronteremo con loro a partire dalle nostre riflessioni ma con la forma aperta e collaborativa che ci caratterizza. Non pensiamo di avere nessuna verità in tasca, riteniamo invece di avere l’energia per provare a scuotere parti crescenti di città, con un obiettivo – provare a rendere concrete alcune delle nostre idee, o altre che emergeranno da questi nuovi confronti – e con una speranza ancora più grande: stupirci ancora tante volte di cosa possa generare la connessione di tante altre menti e tanti altri cuori, di quanto potente possa essere la partecipazione attiva di tante altre persone preoccupate e/o speranzose per il futuro della nostra città. Il quarto secolo di Trieste, d’altronde, è una storia ancora tutta da scrivere.

 

30. Organizzazione = Libertà. Le vere innovazioni, nel design, ma anche negli altri campi, avvengono in un ambiente. L’ambiente è solitamente una forma di attività diretta in modo collaborativo. Frank Gehry, per esempio, ha potuto realizzre Bilbao solo perché il suo studio è in grado di gestire il progetto in tempi e costi prefissati. Il mito della divisione tra “creativi” e amministrativi” è ciò che Leonard Cohen definisce una “graziosa invenzione del passato”.

Confidare nell’attivazione di tante e tanti altre/i significa anche non perdere di vista una questione fondamentale: concepire un meccanismo collettivo all’altezza di questa sfida. Anche questo è un foglio tutto sommato ancora bianco, popolato forse di qualche schizzo emerso nel corso della progettazione, ma che sarà necessario delineare e concretizzare con rapidità. TS4 trieste secolo quarto è un percorso che è stato avviato con una scommessa al buio e con pochissime risorse a disposizione. Un salto di qualità è necessario per rispondere alle aspettative e alle ambizioni che ha saputo coagulare.

 

43. Date potere alla gente. Il gioco funziona quando tutti sentono di avere il controllo del proprio ruolo. Non possiamo essere dei liberi professionisti se non siamo liberi.

Già, le ambizioni. Quasi tutte quelle che abbiamo accumulato in questi mesi nascono da un esercizio non facile, reso possibile però dal metodo degli scenari, che ha permesso ai partecipanti di concentrarsi su come concepire le crisi che stiamo attraversando nella loro dimensione di opportunità, per una trasformazione profonda e radicale della maniera in cui viviamo la nostra città. In sostanza le ambizioni sono il riflesso delle frustrazioni, delle incazzature e di una strisciante rassegnazione, che sono le reazioni più naturali a come la politica solitamente amministra la vita in comune. Come detto, il passaggio dalla rassegnazione all’ambizione non è facile; per affrontarlo serve certamente una buona dose di forza di volontà. Ma non si tratta di un problema circoscritto alle singole persone e dunque risolvibile a livello individuale. Se è vero che viviamo in una società, allora è altrettanto vero quello che scriveva Vittorio Foa in La Gerusalemme rimandata: «Politica non è solo comando, è anche resistenza al comando, politica non è, come in genere si pensa, solo governo della gente, politica è aiutare la gente a governarsi da sé».

IL FUTURO È COME UNA SCATOLA DI PALAČINKE: NOTE DAL SEMINARIO DI TS4

di Livio Cerneca


È un sabato pomeriggio di pioggia sottile. In una sala che si affaccia sul roseto sontuosamente fiorito del Parco di San Giovanni si riuniscono i tre gruppi di progettazione di TS4. Stanno per incontrare alcuni rappresentanti della cultura, dell’industria marittima, della cooperazione sociale e dell’artigianato, della scienza e dell’imprenditoria. Non capita di frequente che esperti di questi settori dialoghino tra loro e con altri cittadini, ed è ancora più raro che ciò accada nello stesso luogo e nello stesso momento. Ma TS4 ha creato le condizioni, e il seminario inizia intorno alle 14:30, con tutta la platea pronta a incalzare gli ospiti con domande e osservazioni.

Il primo a parlare è Sergio Nardini, dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale. Un intervento tecnico e asciutto in cui vengono illustrate le potenzialità e le prospettive non solo dei bacini del porto di Trieste, ma anche dei collegamenti ferroviari e dei mercati privilegiati.

Il secondo relatore, l’agente marittimo Igor Filipcic, traccia una rotta prudente e pragmatica immaginando uno sviluppo lento, condizionato dalla realtà attuale, in cui le promesse di grandi investimenti sono solo canti di sirene che hanno già fatto sbattere sugli scogli diversi sognatori.

Con voce tonante prende poi la parola Jacopo Rothenaisler, di FIAB Ulisse, la sezione di Trieste della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. Il tema è quello della qualità della vita nella città, e si dimostra con facilità che con poco sforzo si possono realizzare soluzioni che conciliano la vita urbana e il benessere psicofisico delle persone.

Giancarlo Carena, della Cooperativa Agricola San Pantaleone e presidente della CNA di Trieste, modula il suo intervento tra la cooperazione e l’artigianato, e suggerisce che un maggior ricorso alle due formule potrebbe dare impulso a un’economia sostenibile e aumentare le opportunità di lavoro.

Sono ormai le cinque, e anche se oggi Trieste è piovosa come Londra e la verde San Giovanni umida come Greenwich, la pausa per rifocillare ospiti e partecipanti non è accompagnata da tazze di tè ma da bibite agli agrumi e palačinke extra-large, mercanzia di alta qualità offerta generosamente dalla Bottega de Gretta.

La seconda parte del seminario di TS4 si apre con Laura Flores, presidente dell’associazione Andandes; una triestina del Sud America che, insieme a tanti volontari, ha cura del parco pubblico di via San Michele, uno splendido giardino tra San Vito e il Colle di San Giusto. Riflessioni sulla manutenzione degli spazi cittadini, strategie di gestione partecipata, idee per ridare un senso al tempo libero di bambini e adulti, su questa linea si articola con accento ispanico il sommesso eppure accorato discorso di Laura.

Da SISSA MediaLab viene a trovarci Federica Sgorbissa, e ci mette subito davanti a numeri discriminatori: le donne, pur ottenenedo mediamente eccellenti risultati nelle materie scientifiche, non trovano poi occupazione in quell’ambito. Se Trieste è una donna, allora, per darle un futuro, bisognerà invertire anche questa tendenza.

L’operatrice culturale Simone Weißkopf, insegnante e guida turistica, lancia il suo sguardo di triestina di origine tedesca per offrire idee la cui realizzazione non richiederebbe molto sforzo, basterebbe copiarle da chi ne ha già ricavato vantaggi e successi, in campo turistico così come in quello sociale. Fin dalle scuole elementari, i progetti educativi interculturali servono a aprire le strade che conducono al quarto secolo della Trieste moderna.

La conclusione è affidata a Enrico Maria Milič dell’associazione Joseph, e la sua ispirazione ci porta sull’altipiano carsico per valutarne le grandi potenzialità nella produzione agricola, nell’ospitalità legata all’esperienza di un territorio peculiare e al recupero di tradizioni. Sembra però che, a fronte del lavoro svolto in questi anni dal GAL Carso – LAS Kras, le istituzioni non siano lungimiranti e stiano tralasciando di dare attenzione a un’area che potrebbe avere ricadute positive sull’intera città.

Il contributo di tutti gli invitati, che TS4 ringrazia di cuore per aver accettato di partecipare, è ricco, vario e complesso, materiale vivo che entrerà nella fase di progettazione ancora in atto dalla quale usciranno i regali che in autunno consegneremo alla giovane città di Trieste.