Trieste ha bisogno di un’ovovia?

L’infrastruttura , bloccata più di un mese all’anno dal vento, è insostenibile dal punto di vista economico. Le associazioni lanciano una controproposta attraverso una raccolta firme che chiede di finanziare la  realizzazione di un moderno tram.

Il documento di approfondimento è scaricabile al link: bit.ly/docovoviats

 

Un’ovovia nella città della Bora. Negli ultimi tempi si è parlato molto della possibilità di realizzare una simile infrastruttura aerea che colleghi Opicina alle Rive. Un gruppo di esperti di associazioni triestine (FIAB, Tryeste, Legambiente, Zeno, Bora.La, SPIZ, Cammina Trieste e AIDIA) hanno studiato a lungo il progetto di cui hanno riscontrato enormi criticità e contraddizioni. Dall’insostenibilità economica e paesaggistica, alla mancata integrazione con l’attuale trasporto pubblico urbano. Per questo, le associazioni hanno lanciato una raccolta firme che sostenga con forza una controproposta ben più ragionevole: utilizzare i 45 milioni di finanziamento previsti per realizzare una moderna linea di tram. La petizione può essere sottoscritta a questo link: www.change.org/TriestehavogliadiTramnondiOvovia

 

La Giunta Dipiazza ha recentemente adottato la Variante N. 6 al Piano Regolatore Comunale che contiene la previsione di realizzare un’Ovovia che colleghi Opicina alle Rive con solo due stazioni intermedie (Bovedo e Porto Vecchio). L’ovovia, con una portata di 2000 persone all’ora, avrebbe cabine da 10 posti che partirebbero ogni 20 secondi e che in 13 minuti arriverebbero sulle Rive. Entro dicembre il Comune deve presentare la documentazione per chiedere al Governo il finanziamento di questa infrastruttura.

L’analisi del gruppo di esperti delle associazioni ha riscontrato numerose criticità e contraddizioni. Per prima cosa c’è l’insostenibilità economica dei più di 3 milioni di euro di costi annui di gestione ordinaria che sarebbero pareggiabili ipotizzando la cifra poco ragionevole di 7 milioni di passeggeri all’anno (21mila al giorno!) I problemi legati al vento, inoltre,  impedirebbero il suo utilizzo per almeno 30 giorni all’anno, il che la renderebbe un’opzione poco appetibile per un pendolarismo quotidiano. Inaccettabile anche l’impatto ambientale dovuto al taglio del bosco di Campo Romano per realizzare la stazione di partenza e il nuovo parcheggio da 780 posti auto, all’impatto paesaggistico dovuto al passaggio a poche decine di metri dal Faro della Vittoria all’attraversamento del Porto Vecchio tra gli edifici. Infine, non vi è chiarezza riguardo al  soggetto gestore, alla responsabilità della manutenzione e soprattutto alla poca integrazione, se non addirittura competizione, che l’ovovia avrebbe con il resto del trasporto pubblico triestino.

Le associazioni non si fermano alla critica ma propongono al posto dell’ovovia una moderna linea tram. Con lo stesso investimento di 45 milioni di euro si collegherebbe un asse fondamentale del trasporto pubblico cittadino: la Stazione con piazza Foraggi. La proposta delle associazioni si inserirebbe all’interno di una visione di trasporto pubblico su ferro più ampia che prevede 2 linee di tram: una costiera da Barcola a Campo Marzio e una che penetrerebbe il tessuto urbano cittadino dalla Stazione a Borgo Sergio. Un punto di forza di questa proposta è che si creerebbe una sinergia con la ricca rete ferroviaria esistente, aprendo la possibilità nel futuro di avere dei collegamenti su ferro con dei tram-treno sia verso nord fino al Trieste Airport, sia verso sud fino a Muggia e in prospettiva anche a Capodistria.

 

COSTI E SOVRASTIMA DEI PASSEGGERI

 Il costo di questa infrastruttura viene quantificato (nel progetto preliminare!) in 44.782.000 euro con un costo annuo stimato in 3.306.790 euro, “coperto” da un utilizzo che prevede un totale di 7.868.732 passeggeri anno (di cui 7.081.859 locali e 926.873 turisti). Queste “previsioni”, più che un auspicio sono pura fantasia. L’intera rete di Trieste Trasporti (66 linee urbane per un totale di 340 km di rete e 1.400 fermate, per un monte chilometri/anno pari a 12,7 milioni) trasporta in un anno 67.482.016 passeggeri (da bilancio TT 2018). La sola Ovovia dovrebbe raggiungere più del 11% delle persone trasportate dal TPL nell’intera Provincia. Anche il milione di turisti all’anno è del tutto irrealistico. Quindi, per coprire i 3 milioni e mezzo di costo annuo, occorrono 7 milioni di passeggeri annui, pari a 21 mila al giorno! È un’evidente insostenibilità economica che ci ricorda le peggiori pagine degli innumerevoli progetti di opere pubbliche che hanno devastato l’economia senza consegnare ai cittadini un servizio degno di questo nome. Nella valutazione si spinge a un limite inverosimile l’utenza potenziale e si sottostimano i costi.

 

VENTO

 Un’Ovovia nella città della Bora! Il progetto stesso (molto ottimista) prevede che a causa del vento vi saranno 20 giorni all’anno di chiusura totale del servizio e 10 di chiusura parziale. Ma con il surriscaldamento globale e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi è verosimile che nei prossimi anni questi giorni di chiusura aumenteranno di molto. Non è sostenibile che un servizio di trasporto pubblico abbia questo genere di incognite: un pendolare deve avere la garanzia di poter raggiungere il posto di lavoro puntuale senza dover ogni mattina consultare le previsioni del vento o sperare che durante le giornata non salga la Bora per poter ritornare a casa.

 

INGIUSTIFICABILE IMPATTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO

 Per la costruzione della stazione di Opicina e del previsti parcheggii di servizio (di 40 e 780 posti auto) verrebbero abbattuti centinaia di alberi del bosco di Campo Romano. Il tragitto dell’Ovovia determina una striscia disboscata larga almeno 14 metri con relativi piloni, il tutto in una zona protetta (ZPS IT3340002 “Aree Carsiche della Venezia Giulia” e ZSC IT3341006 “Carso Triestino e Goriziano”). Le cabine passerebbero a poche decine di metri dal Faro della Vittoria e in Porto Vecchio, stante il parere della Sovrintendenza che ha richiesto che la linea non superi l’altezza degli edifici esistenti, l’Ovovia sorvolerebbe il percorso pedonale che attraverserà il Porto Vecchio. Il percorso pedonale sarebbe rovinato dalla presenza 12 piloni, e dagli enormi volumi delle due stazioni intermedie e dall’incombente presenza delle cabine sopra le loro teste. I veicoli transiterebbero sul percorso uno ogni 10 secondi a 22 Km/h all’altezza dei primi piani degli edifici, tanto che i passeggeri potranno guardare all’interno delle finestre degli edifici.

 

SOGGETTO GESTORE E MANCANZA DI INTEGRAZIONE CON IL TRASPORTO PUBBLICO

Il progetto dell’Ovovia non ha alcun rapporto con il vigente piano del trasporto pubblico locale di Trieste. Si tratta di una nuova linea che viene proposta quale alternativa al trasporto su gomma e al tram di Opicina, coi quali sarà in concorrenza. Nel progetto preliminare non vi è chiarezza riguardo al soggetto gestore, alle responsabilità della manutenzione (ulteriori costi e fermi). Andrà fatta quindi una gara per la conduzione di questo nuovo servizio. Di certo l’infrastruttura sarà di proprietà del Comune che dovrà quindi far fronte alle spese di manutenzione straordinaria dell’impianto. Le vicissitudini del Tram di Opicina sono un forte monito a valutare con estrema prudenza questi complessi e costosissimi aspetti.

Una non attenta valutazione rischia di farci restare tra qualche anno (oltre che senza tram) con un ecomostro sospeso, fermo e inutilizzabile, dagli enormi costi di smantellamento e ripristino.

 

UN’OVOVIA PRIVA DI COMODITA’

Il progetto prevede cabine vetrate prive di sistema di condizionamento e di riscaldamento: d’estate i viaggiatori dovranno subire il calore dei raggi solari diretti con un effetto serra probabilmente simile a quello di un’auto ferma sotto il sole; in inverno la temperatura interna alla cabina sarà poco superiore a quella esterna. In queste condizioni di così scarso comfort, risulterà certamente difficile fidelizzare l’utenza locale.

 

LA NOSTRA PROPOSTA ALTERNATIVA AL SERVIZIO DELLA COLLETTIVITÀ

Le associazioni FIAB, Tryeste, Legambiente, Zeno, Bora.La, SPIZ, Cammina Trieste e Aidia (già note per le richieste inerenti la mobilità sostenibile) non si fermano alla critica ma propongono di dirottare i 45 milioni previsti per l’Ovovia a favore di una moderna linea tram che colleghi la Stazione a piazza Foraggi. A titolo esemplificativo abbiamo stimato in 48 milioni il costo di massima: 42 milioni per l’infrastruttura più 6 milioni per i tram. Cifre quindi parificabili con i 45 milioni di euro previsti per la realizzazione dell’Ovovia (con costi di esercizio ben inferiori).

Un primo passo questo inquadrato in una più ampia visione di trasporto pubblico su ferro (non inquinante!), che prevede due linee urbane con modalità tram: una sulla linea di costa, da Barcola a Campo Marzio, e l’altra che penetrerebbe il tessuto urbano cittadino, dalla Stazione a Borgo San Sergio (il tratto Stazione – piazza Foraggi sopra proposto ne costituisce il primo passo).

Un punto di forza di questa proposta è che si creerebbe una sinergia con la ricca rete ferroviaria esistente sul territorio triestino, aprendo la possibilità nel futuro di avere dei collegamenti su ferro sia verso nord, fino al Trieste Airport, sia verso sud, fino a Muggia o anche a Capodistria.

A parità di risorse, dunque, un progetto più sostenibile, veramente a servizio della cittadinanza, capace di incidere profondamente nella qualità del sistema di mobilità urbano, anche a favore degli utenti deboli come anziani o persone con disabilità, che favorisce l’indispensabile passaggio dal trasporto privato (costoso, inquinante, ingombrante) a quello pubblico (economico, pulito, gradevole).

Noi chiediamo all’Amministrazione comunale e a quella regionale di procedere a una stima pesata di questo progetto, che consenta di fare un’analisi comparativa in termini di costi e benefici tra l’Ovovia e le linee tramviarie, per individuare qual è la soluzione che meglio risponde ai bisogni della città nell’ottica di una mobilità più moderna e ecosostenibile, anche in ottemperanza alle sempre più stringenti (e urgenti) direttive nazionali e europee.

 

Le associazioni FIAB, Tryeste, Legambiente, Zeno, Bora.La, SPIZ, Cammina Trieste e Aidia